Ho sempre amato l'opera, anzi proprio nel 2006 finiva il mio decimo anno di melomania acuta. E in quel giorno di Giugno 2006 ascolto il Don Carlo di Verdi. Diretto da Von Karajan, niente meno. La registrazione è del 1958, in diretta dalla Felsenreitschule di Salisburgo nel quadro del ben noto festival.
E' - a dir la verità - la prima volta che ascolto quest'opera, che parla di libertà, di amori delusi, di vendette e sacrifici per amicizia e ideali. Il quarto atto si conclude, appunto, con un sacrificio e una morte: quella del nobile Rodrigo, marchese di Posa, che per salvare l'amico Carlo, figlio del re di Spagna, prende su di sé la colpa che gli viene imputata, e muore trafitto da un'arciere della guarda reale. Come spesso accade nel melodramma, la morte di un protagonista è preceduta da un suo addio alla vita, sotto forma di romanza. "Per me giunto è il dì supremo" - questo è l'incipit dell'aria con la quale Rodrigo si accomiata dal mondo. Melodia dolcissima, raccolta, un'aria d'amore, perché è una forma di altissima amicizia quella che porta un grande di Spagna a offrire la sua vita in dono per avere salva quella dell'Infante. A cantare quest'aria era Ettore Bastianini. E più l'ascoltavo, diminuire i suoni, rinforzarli, permearli di una malinconia nel contempo lenificante e disperata, più sentivo in quella voce un ché di vitale, di dolente e tremendamente comunicativo.

Poco sapevo di questo artista, senon la sua breve parabola vitale, troncata da un male inesorabile. Ma tanto mi aveva commosso in quel brano, e soprattutto inquietato, che ebbi l'urgenza di cercare qualcosa a suo riguardo. Una biografia, una semplice nota. Trovai così che, oltre al canto, sua ragione di vita fu la sua Contrada. La Pantera. Bastianini era senese.
Raccolsi in gran fretta, internet permettendolo, la maggior parte del suo lascito discografico. Ormai la sua voce faceva parte della mia vita ; come poche altre mi è entrata nelle vene.
E il 2 luglio 2006, giorno del Palio di Provenzano (ma io quasi non lo sapevo, o l'avevo dimentiato), lo ascolto nel Trovatore, suo debutto a Tokyo nell'ottobre del 1963.
Sono le 20 circa, ed è arrivato il momento della sua grande romanza del secondo atto. Non mi ricordo che cosa dovessi vedere in Televisione, forse le informazioni. Accendo, e intanto Bastianini canta. Accendo: ha vinto la Pantera. Era segno del destino? La gioia che m'invase in quel momento non trova in me spiegazione razionale.
Era deciso: sarei andato a Siena, dopo l'estate.
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